domenica 14 giugno 2015

RGD: Interstellar

Assistere alla proiezione di Interstellar in formato IMAX nel giorno di debuto nelle sale, considerando che per me Christopher Nolan è un ottimo maestro e che la sceneggiatura è il mio pane quotidiano, è stato però come assistere ad un concerto dei Queen senza Freddie Mercury. Non ho nulla contro Paul Rodgers, è un ottimo cantante, ma non è Freddie. E così Interstellar è un buon film, ma non è Inception, Memento e nemmeno The Dark Knight. E soprattutto non è The Prestige. Perché? Perché così come Freddie Mercury era la colonna portante dei Queen, la sceneggiatura è la colonna portante di un film. E qui mancava. O meglio, in Interstellar il più grosso buco nero non è quello presente nel film, ma è la sceneggiatura stessa. 



Tutto il resto, parliamoci chiaro, funziona alla grande. La potenza del formato IMAX dà un valore aggiunto incredibile (non tutto il film è in IMAX, ma ci sono anche alcune scene sulla Terra girate in questo formato e non soltanto le prevedibili inquadrature dello spazio); il montaggio è sempre ben ritmato e aiuta a non appesantire i dialoghi scientifici che comunque sono meno complessi e meno numerosi del previsto; le inquadrature sono estremamente pulite e luminose, cosa abbastanza strana da parte di Nolan che ci ha abituati a tenebre e chiaroscuri - una scelta, quella della "luce", che ho apprezzato soprattutto perché parlando di buchi neri era facile cadere nel banale; 
le musiche fanno la loro parte, nonostante l'audio della sala fosse equalizzato male e ogni tanto i dialoghi fossero coperti; Hans Zimmer è stato comunque al di sotto di altri livelli raggiunti in passato (penso alla quadrilogia dei Pirati dei Caraibi, a Inception stessa o al Re Leone); la fotografia è molto piacevole, con i colori blu, ocra e arancioni sempre molto carichi, anche se stranamente Nolan abusa di inquadrature sottofuoco: pensavo fosse un errore del proiettore, tipico di quella catena di sale cinematografiche, invece mi sono accorto che il fuoco era alle spalle del primo piano degli attori - penso alla scena in cui il protagonista ascolta i videomessaggi;
l'ambientazione non è male, con questo pianeta Terra morente e polveroso, sconvolto dalle tempeste di sabbia che lo rendono estremamente arido, e poi questa misteriosa "Piaga" (nel film si chiama così) che sta uccidendo tutte le coltivazioni (solo il mais resiste, chissà per quanto ancora), un pianeta del tutto privo di animali (non si vede un insetto, un uccello in cielo, nemmeno un cane da compagnia per tutto il film - l'umanità forse li ha mangiati tutti, o sono morti a loro volta per la Piaga);
la regia è lineare, piuttosto nella norma, senza grandi colpi di genio, ma ho apprezzato la scelta di realizzare le inquadrature nello spazio silenziose (in effetti nello spazio non c'è propagazione del suono, come già era avvenuto con Gravity); gli effetti visivi sono di altissimo livello ed estremamente accurati dal punto di vista scientifico (supervisionati dalla NASA), nulla da dire. 


MA.


La storia non c'è. I personaggi ancora meno. E quel poco che c'è di entrambi, è assurdamente incoerente. Errori da principiante.
Lasciate che io ripercorra la trama che lì per lì, a caldo, sembra non destare troppe perplessità, forse perché si è ancora distratti dalla magnificenza delle immagini, ma che poi a mente fredda dimostra tutte le sue incredibili (surreali) falle. 



Il film si apre con l'intervista ad una donna anziana (che alla fine si scoprirà essere la figlia del protagonista) che ricorda come "a quell'epoca" (un tempo non precisato nel 21° secolo) tutto fosse difficile, polveroso e spaventoso. Ed eccoci proiettati indietro nel tempo (ma comunque nel futuro rispetto allo spettatore) all'epoca in cui la donna anziana, di nome Murph Cooper, è ancora una bambina (interpretata con efficacia da Mackenzie Foy) e suo padre, Mr. Cooper (Matthew McConaughey, bravo ma un po' intrappolato dal ruolo) è un ex ingegnere e pilota aerospaziale che, a seguito di un incidente di volo, è diventato un contadino. Un po' lo è diventato anche per cause di forza maggiore: la Terra è afflitta dalla Piaga, una pestilenza non specificata (forse batteriologica) che ha ucciso tutte le coltivazioni tranne il mais, ma anche questo ha gli anni contati. Gli animali, come già detto, non esistono più e gli esseri umani sono già morti a miliardi un po' per carenza di cibo e denutrizione, un po' per la polvere che il vento trasporta sottoforma di grandi tempeste.
Cooper, come altri contadini, usa macchine supertecnologiche per coltivare, ultimi residui di una grande civiltà avanzata che è costretta ad abbassare lo sguardo sul terreno anziché guardare le stelle, e deve cercare di sopravvivere. E questa è la parte del film che funziona più di tutte, perché ogni cosa viene spiegata attraverso semplici scene di vita quotidiana (la moglie di Cooper è morta perché non esistono più macchine per le radiografie, i libri di storia vengono alterati per dimenticare il passato, il denaro viene utilizzato tutto per la ricerca alimentare, i New York Yankees del baseball sono dei ragazzini scarsi in un campetto di provincia perché non ci sono più scuole sportive che facciano nascere dei grandi campioni). 
In tutto questo inizia a delinearsi il rapporto fra Cooper e sua figlia Murph, che nelle intenzioni del regista è più stretto di quanto risulti poi dal film. La bambina cerca di convincere il padre che c'è un fantasma nella sua camera che sta cercando di mandarle un messaggio da dietro la libreria. Il padre ovviamente non le crede, finché durante una tempesta di sabbia non vede la polvere cadere a terra come spinta da una particolare forza di gravità. Fin qui (primi 25 minuti) tutto funziona. 



Poi inizia il declino drammaturgico. 
La polvere in realtà comunicava delle coordinate. Cooper e la figlia si muovono verso quelle coordinate e scoprono una base spaziale segreta enorme, il Norad. A 50 km da casa loro, eppure mai notata prima. E cintata solo da una RETE METALLICA (sic!). Cooper prova ad aprirla con una tenaglia e viene fermato da un robot irriverente chiamato TARS (unico personaggio davvero convincente del film, ed è tutto dire!).
Una volta portato dentro la base segreta, Cooper incontra Amelia Brandt (Anne Hathaway, sottotono), figlia del professor Brandt (Michael Caine), una vecchia conoscenza di Cooper. "Che cosa ci fai qui? Non si entra così facilmente nella base segreta" chiede il professore. Ma come? Ma se c'era soltanto una rete metallica! E Cooper risponde: "Sono venuto qui guidato dalla gravità". E il professore non fa altre domande, si accontenta, come se fosse una cosa normale. E' vero che lì tutti sapevano delle anomalie gravitazionali, ma un minimo di preoccupazione dovrebbe destarla il fatto che uno sconosciuto senza apparenti meriti sia riuscito a scoprire tutto. La cosa risulterà ancora più paradossale anche in seguito, ma per ora proseguiamo. 
Un'ora dopo che Cooper è entrato, il prof. Brandt gli mostra tutta la base, a cui lavorano centinaia di persone (ma non era segreta?) e, dal nulla, gli spiega che degli esseri pentadimensionali (non sto scherzando!) hanno posizionato un wormhole vicino a Saturno in modo che gli esseri umani possano entrarci e andare in una galassia dall'altra parte dell'universo in cui, accanto ad un buco nero soprannominato Gargantua, ci sono 12 pianeti su cui è possibile vivere. Su ognuno di questi pianeti è già stato spedito un astronauta in esplorazione, e 3 di loro hanno mandato indietro segnali positivi. E, naturalmente, a Cooper viene offerto di pilotare l'astronave per andare a vedere se va tutto bene (il che non ha senso, visto che ti sono già arrivati segnali positivi dagli esploratori). Cooper dice: "Ma fino a un'ora fa non sapevate nemmeno se ero ancora vivo, sareste partiti anche senza di me". E il professore risponde "Sì, è vero, ma non avevamo scelta, ora ci sei tu". Beh, logico, no? E Cooper accetta. ACCETTA, capite? Accetta sulla base di una cosa a cui lui, uomo di scienza incrollabile, dovrebbe semplicemente credere senza farsi domande, tipo gli esseri pentadimensionali. Naturalmente, accetta perché spera di poter portare in futuro la figlia su uno di quei pianeti e salvarle la vita. Peccato che per farlo debba lasciarla per decenni, dal momento che anche se la missione in realtà dura un paio d'anni, le regole dello spazio-tempo cambiano e quei due anni corrisponderanno a decenni terrestri. 



Tralascio tutti i dettagli scientifici che non funzionano (leggi fisiche, leggi temporali, bla bla), prendiamoli per buoni. E' tutto il resto che non va. 
Dunque, per la missione partono in 4: Cooper, Amelia, e due tizi barbuti di nome Doyle e Romilly, piuttosto inutili se non per spiegare la trama stessa, tant'é che una volta risolti i problemi drammaturgici muoiono.
Il primo ci resta secco su un pianeta pieno di onde d'acqua altissime in cui 1 ora corrisponde a 7 anni sulla Terra: quando Cooper e Amelia ritornano sull'astronave madre, l'altro individuo dice che sono passati 23 anni ed è invecchiato, la barba è diventata bianca. "Cos'hai scoperto mentre eravamo giù?" "Ho raccolto molti dati, ma non ho combinato niente". NIENTE? In 23 anni?
Proprio lui muore poi su un pianeta di ghiaccio in una sequenza interminabile di 40 minuti in cui i protagonisti scongelano un Matt Damon scialbo e insignificante dall'ibernazione per scoprire che in realtà li ha attirati lì soltanto per farsi venire a prendere; e i protagonisti si bevono le sue menzogne sul fatto che il pianeta è bello, anche se perfino un imbecille capirebbe a prima vista che un pianeta ghiacciato e senza piante è del tutto inospitale; poi ovviamente Matt Damon del tutto illogicamente cerca di ammazzare i protagonisti invece che chiedere perdono una volta confessato il suo tranello, e lo fa tramite trappole che aveva già preparato non appena era atterrato sul pianeta e distrugge addirittura parte della loro stazione spaziale prima di rimanerci secco: come può una persona ragionare così? La scusa della demenza spaziale e dell'essere messo alla prova non regge; ma la cosa peggiore non è nemmeno la manovra con cui Cooper si riaggancia alla stazione spaziale distrutta, quanto il fatto che quei 40 minuti di film potevano essere tagliati e sostituiti con un'avaria causata da un impatto con un meteorite. Sono quindi completamente inutili. 
A questo punto le risorse dell'astronave sono limitate, non c'è più tempo per tutti e due i sopravvissuti (Cooper e Amelia) di andare sul terzo pianeta, quello su cui era atterrato l'esploratore Edmunds, di cui di punto in bianco si scopre che Amelia era innamorata. Allora Cooper e il robot TARS si lasciano cadere dentro al buco nero, mentre Amelia procede verso il terzo pianeta portandosi dietro gli embrioni per la nuova colonia umana. Per fare questa manovra, sulla Terra passano 51 anni. 
In tutto questo, le spiegazioni scientifiche le dà sempre Cooper, che in realtà è un semplice pilota. Assurdo.

Prima di dirvi che cosa succede a Cooper dentro al buco nero, è meglio segnalare che nel frattempo sulla Terra (in un montaggio alternato che contraddice ogni regola sui rapporti temporali fra le galassie) la figlia Murph è diventata grande (Jessica Chastain, inespressiva), non si capisce se è una scienziata oppure no, fatto sta che collabora con il vecchio professore che, in punto di morte, le rivela che in realtà soltanto quei 4 che sono partiti potevano sopravvivere, la Terra è spacciata, non esiste soluzione e quindi lui ha preferito mentire per tutta la vita pur di far partire una missione con gli embrioni a bordo. E per mentire, ha speso miliardi di dollari per realizzare un'astronave al solo scopo di far credere a Cooper che avrebbe potuto salvare sua figlia? Cosa ancora più assurda, se ci pensate, visto che all'inizio del film non sapeva nemmeno che Cooper sarebbe mai entrato nella base segreta, vi ricordate? 
Beh, comunque, Murph non accetta questa cosa e vuole trovare una soluzione per salvare l'umanità e per farlo torna nella casa in cui da bambina pensava ci fosse un fantasma in camera. Per farlo deve ovviamente bruciare i campi di mais di suo fratello che possiede la casa e che, a causa della morte del suo primo figlio (un dettaglio poco chiaro, bisogna capirlo perché non viene mai fatto vedere) è diventato uno stronzo che preferisce far morire il suo altro figlio di tosse piuttosto che farlo curare da un medico (!!).



Ora torniamo dentro al buco nero. E qui accade davvero di tutto. Sì, perché Cooper si ritrova dentro un hypercube tridimensionale infinito in cui il tempo fa parte delle tre dimensioni; e indovinate un po'? L'hypercube è in realtà la stanza di sua figlia "vista da fuori". E quindi, in barba a qualsiasi paradosso temporale, era lui stesso il fantasma della figlia. Dopo un primo momento di panico che fa capire come tutti i dettagli dell'inizio del film fossero in realtà "ciclici" (era lui stesso a comunicare le coordinate della base segreta), decide spinto dal computer TARS di comunicare a sua figlia un'equazione ipercomplessa in codice binario attraverso le lancette dell'orologio in modo che Murph prenda l'orologio, la decritti e possa inviare spedizioni sul terzo pianeta, quello su cui nemmeno lui sa se Amelia è sopravvissuta!!!
E la figlia, nonostante il tempo scorra in maniera esponenzialmente diversa fra le due galassie, prende l'orologio, decritta tutto e a quel punto l'hypercube (o "il tesseranto") si chiude e Cooper viene risparato attraverso il wormhole, sbuca galleggiante nello spazio vicino a Saturno e viene recuperato dalla prima astronave che porta gli esseri umani sul nuovo pianeta (ma come! C'era bisogno di tutto questo viaggio assurdo per capire che bastava costruire una mega-astronave per far emigrare la gente? Allora la menzogna del piano A del dottor Brand era doppiamente inutile e stupida!) 
Qui Cooper, dopo aver realizzato che in realtà non ci sono esseri pentadimensionali, ma è stata l'umanità stessa a costruire l'hypercube a piazzare il wormhole (generando altri paradossi temporali che non sto a spiegare, dal momento che se la missione non è stata completata non può esserci un'umanità evoluta che crea l'hypercube per completare la missione), dicevo, Cooper incontra sua figlia anziana e morente e dopo l'estremo saluto ruba una navetta e vola sul pianeta dove Amelia, rimasta sola per anni senza cibo (e non si sa come sia sopravvissuta) aveva nel frattempo iniziato la colonia con gli embrioni (anche qui, perché lei dovrebbe tenere il casco piangendo sulla tomba del suo defunto amato per poi toglierselo per tornare alla colonia?) 



Questo è quanto, e sicuramente ho dimenticato altri dettagli. 
Allora cosa voleva essere questo film? Un film di scienza, accuratissimo e approvato dalla NASA? Non lo è abbastanza, troppe falle. Un film di fantascienza? Ha premesse troppo realistiche. Un film sentimentale? No, perché nonostante Nolan voglia affermare che l'amore è più forte della scienza e supera le leggi della fisica, la pellicola è sterile, non c'è emozione, è tutto freddo, asettico, lontano, si guarda solo da fuori. Non c'è mai vera tensione, non c'è mai vera sofferenza, i personaggi non hanno conflitti, non si capisce chi sono, perché agiscono in quel modo, hanno comportamenti contraddittori, non sono descritti, non c'è abbastanza legame fra Cooper e la figlia per strapparmi le lacrime, non trovo un perché emotivo, manca la componente UMANA. 
In tutto questo prodigio della tecnica, e anche dando per buone (con incredibile sforzo) tutte le incongruenze scientifiche, il film fallisce nelle intenzioni e negli aspetti basilari della sceneggiatura cinematografica: personaggi, emozioni, coinvolgimento, identificazione. Il risultato è che non so cosa sto guardando: un "Armageddon" d'autore? Mi viene solo da pensare a quei poveri attori (McConaughey, Hathaway, Caine e Damon, 4 premi Oscar, voglio dire!) ingabbiati in questi ruoli insipidi come il pane toscano.

E mi viene solo da ripensare a Memento, dove bastava vedere nello specchio il tatuaggio sul petto del protagonista che ricordava forzatamente a se stesso, in preda alle amnesie, che sua moglie era stata violentata e uccisa. E ripenso a The Prestige, dove i due gemelli sacrificano tutto nella vita in virtù dell'illusione più grande, in virtù di una visione. E ripenso aIl Cavaliere Oscuro, con quel Joker talmente perverso da portare tutto il pubblico dalla sua parte. E ripenso a Inception, che mi ha conquistato non solo con la spettacolarità dei sogni dentro al sogno, ma anche con quella battuta: "Perché lo fai?" "Perché nei miei sogni noi io e lei siamo ancora insieme". 

Dal terzo Batman in poi, passando per la produzione de L'Uomo d'Acciaio, fino aInterstellar, mi domando: Nolan, che fine hai fatto? Temo tu abbia perso l'umiltà.


Reparto tecnico: 8.5
Sceneggiatura: 4
Regia: 6
Cast: 6.5

Voto complessivo: 6.5

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