martedì 14 luglio 2015

RGD: Predestination

Come spesso sostengo, non bisognerebbe mai guardare i film soltanto perché il trailer ha smosso la curiosità. I trailer sono macchine mortali, sono fatti per attirare il pubblico, per dare un'idea del film che poi puntualmente viene smentita. Sono uno strumento utile e allo stesso tempo terribile per promuovere una pellicola. Pur essendone conscio, ci casco ancora, qualche volta, ed è per questo motivo che ho optato per Predestination, scritto e diretto dai fratelli Michael e Peter Spierig e tratto da un racconto breve di Robert Heinlein intitolato Tutti i miei fantasmi.
Quando il trailer non corrisponde a ciò che si vede nella pellicola, il film può rivelarsi “migliore” o “peggiore” a seconda dei gusti e delle aspettative dello spettatore. In questo caso, o per meglio dire nel mio caso, sono rimasto piacevolmente incuriosito, anche se non completamente soddisfatto. E vi spiego perché.



Stando a quanto raccontato dal trailer, il film sembrava un action movie in cui si parlava di agenti temporali che fermano i crimini prima che vengano commessi (chiaro rimando a Minority Report), invece la trama è molto più quieta, più introspettiva sotto certi punti di vista, e le sfumature drammatiche della pellicola prendono spesso il sopravvento. Il viaggio nel tempo, però, non è elemento di secondo piano, anzi: seguire tutti i paradossi e gli spostamenti temporali non è sempre facile, anche se la regia aiuta lo spettatore a non perdersi.
Seguiamo quindi la storia di un agente temporale senza nome che utilizza i viaggi nel tempo (inventati, secondo il film, nel 1981) per fermare un terrorista soprannominato Fizzle Bomber prima che compia un terribile attentato a New York nel 1975, uccidendo undicimila persone. Cercando di fermare questo attentato, l'agente rimane sfigurato da un'esplosione e viene soccorso da un uomo di cui non vediamo il volto; l'agente ferito vola nel 1992 e si fa impiantare un nuovo volto (quello dell'attore Ethan Hawke), dopodiché ritorna indietro nel 1970 per ricominciare da capo la sua missione per tentare di fermare Fizzle Bomber entro i successivi 5 anni (ogni tentativo di fermarlo richiede 5 anni di preparazione).
Nel 1970, quindi, si fa assumere come barman in un locale di New York e una sera incontra John (Sarah Snook, abbastanza credibile come ragazzo), un giovane che dice di lavorare come autore di una rubrica di confessioni intime su una rivista per donne. John, inoltre, dice all'agente di avere una storia incredibile da raccontare, e la racconta in un lunghissimo flashback: John è nato Jane (sempre Sarah Snook, versione femminile), bambina abbandonata in un orfanotrofio, cresciuta poi sempre più maschiaccio e dotata di intelligenza e doti fisiche superiori; tenta l'ammissione al programma spaziale femminile su spinta del misterioso dottor Robertson e inizia a frequentare uno sconosciuto che però, dopo averla sedotta e messa incinta, la abbandona e sparisce per sempre. Dopo il parto, i medici rivelano a Jane che in realtà lei possiede un apparato riproduttivo doppio (maschile e femminile) e che quello femminile è stato asportato per consentire la nascita della bambina; sottoposta ad una serie di terapie ormonali, ecco che Jane diventa John; le sfortune non finiscono qui: la figlia neonata viene rapita da un uomo misterioso. John, disperato, inizia una serie di lavori fra cui quello di scrittore di confessioni intime, e il flashback si conclude.



Nella seconda parte del film, l'agente temporale dichiara di essere tale e di lavorare proprio per il dottor Robertson, e quindi propone a John di diventare a sua volta un agente temporale, promettendogli di potersi vendicare dell'uomo che l'ha sedotta e abbandonata quando ancora era Jane. 
John quindi accetta ed entrambi volano nel 1964, dove John accidentalmente incontra Jane e capisce di essere proprio lui l'uomo che l'ha sedotta e abbandonata (primo paradosso temporale); John, innamoratosi di se stesso in versione femminile, capisce che non può impedire che le cose avvengano e quindi mette incinta Jane; nel frattempo l'agente temporale vola nel 1965 e rapisce la figlia neonata, e con la neonata torna nel 1946 per abbandonarla nell'orfanotrofio. Capiamo quindi che Jane è stata sedotta dalla se stessa del futuro (John) e dai due è nata la Jane neonata, in un paradosso temporale assurdo in cui i due genitori e la neonata sono la stessa persona.
A questo punto, l'agente temporale torna a prendere John nel 1964 e lo porta nel 1981, facendolo diventare un agente temporale a sua volta. Per l'agente temporale protagonista è giunto ora il momento della pensione, per cui vola nel 1975, poco prima dell'attentato di Fizzle Bomber, per tentare un'ultima volta di fermarlo, ma scopre che Fizzle Bomber è in realtà se stesso. Fizzle Bomber gli spiega che “Fizzle Bomber” nascerà proprio perché l'agente temporale lo ucciderà in quell'incontro, diventando quindi cattivo (altro paradosso). L'agente temporale in effetti lo uccide e capisce che diventerà Fizzle Bomber, e si torna alla scena iniziale, quando vede se stesso sfigurato da una bomba e aiuta se stesso ad andare nel 1992 per farsi cambiare la faccia (era lui l'uomo misterioso, si era aiutato da solo). Finalmente, però, vediamo l'agente temporale sfigurato in volto dalla bomba: è John! Capiamo quindi che la neonata abbandonata, Jane, John, l'agente temporale protagonista e Fizzle Bomber sono tutti la stessa persona, frutto di un continuo ricircolo di paradossi temporali infiniti.




Il punto di forza del film è costituito senz'altro dalla prima parte, in cui la storia della vita di Jane/John è costruita con una discreta maestria, toccando, seppur non approfonditamente, molti temi (sessualità, abbandono, amore, problemi di comunicazione, introversione, senso di incomprensione, anomalie fisiche, discriminazioni sessuali – forse troppa carne al fuoco, era meglio concentrarsi su pochi argomenti in modo completo) e costruendo scene nel complesso funzionali e ben dirette; siamo aiutati anche da un'ottima Sarah Snook nel doppio ruolo maschile/femminile: l'attrice costruisce bene il suo personaggio e c'è qualche sequenza che effettivamente colpisce a livello emotivo (dopo l'operazione, quando Jane si sforza di parlare come un uomo, e quando finalmente si vede in versione maschile davanti allo specchio).
La sceneggiatura perde invece ogni buonsenso nella seconda parte, dove sì, i paradossi temporali sono ben seguiti e vanno a coprire con i giusti tempi e nella giusta sequenza tutti gli indizi misteriosi rimasti irrisolti nella prima parte, soddisfacendo le aspettative e la curiosità dello spettatore, ma a tratti il contenuto sembra incredibilmente forzato ed esagerato; penso, alla luce della visione, che il momento in cui lo spettatore è spinto a dire “basta, è troppo” è quando si scopre che Fizzle Bomber è l'agente temporale (scena inutilmente intricata, soprattutto nel dialogo, quella che li vede a confronto, e che non influisce sul fatto che l'agente temporale sia la versione “vecchia” di Jane/John, ottenendo l'unico risultato di complicare le idee allo spettatore; a mio avviso era meglio che Fizzle Bomber rimanesse una persona terza). 
Uno script che quindi è tanto denso di contenuti nella prima parte, quanto di paradossi e intrighi nella seconda, con la sensazione che si sia voluto inserire troppo contenuto, a tratti inutilmente morboso (giusto insistere sulla sessualità di John/Jane, ma perché attaccarsi a domande intime durante i colloqui per il programma spaziale?). E poi, possibile che succedano tutte a Jane? Sembra che le sfortune che la colpiscano siano soltanto un espediente per giustificare gli intrighi della seconda parte del film, e il tutto suona estremamente forzato.




La fotografia risponde colpo su colpo, adattandosi bene alle atmosfere calde e intime della prima parte, e a quelle fredde della seconda (e di alcune scene della storia di John/Jane); la regia dimostra di avere consapevolezza e di sapersi ben gestire nei vari generi (dalla fantascienza, al drammatico, all'action), anche se non si spinge in voli pindarici o idee geniali perché la narrazione è talmente complessa che qualsiasi inquadratura al di fuori dell'ordinario avrebbe compromesso la comprensione della storyline. Le colonne sonore non presentano temi memorabili, e sì che si sarebbero potuti trovare; scenografie e costumi costituiscono la parte migliore, riproducendo bene le varie epoche storiche, mentre invece il make-up, fondamentale in una storia come questa in cui tutti i personaggi, alla fine, sono uno solo, non sembra reggere la sfida. Il cast, tolta Sarah Snook, è piuttosto piatto (incluso il protagonista Ethan Hawke, che a tratti sembra imprigionato nella sua stessa faccia e si muove e parla in modo troppo diverso da John/Jane, il che rende ancora più forzato il fatto che in realtà siano la stessa persona); sembra buono il sonoro, ma l'attenzione su questi aspetti è distorta a causa della complessità narrativa, che non scade nel totalmente incomprensibile grazie al buon montaggio.



Difficile elaborare un giudizio complessivo: un film che va preso per quello che è. 
Non bisogna aspettarsi Minority Report come il trailer lasciava intendere, chi cerca un action movie, scoprirà che Predestination non fa per lui. Chi cerca un drammatico, sa che questo film è troppo complesso per esserlo pienamente. Gli “interstellariani” sfegatati che cercano fondamenti scientifici sui paradossi temporali faranno meglio a rinunciare: qualsiasi legge scientifica viene completamente irrisa, qui. 
È un buon passatempo per la serata, in cui la maggiore soddisfazione è data dal vedere le tessere del puzzle che si incastrano, abbassando tutti i criteri di giudizio e abbandonandosi alla storia. Innovativo nel suo essere estremo, con qualche pecca qua e là, ne risulta un film tutto sommato godibile, in cui bisogna allentare le maglie del giudizio e lasciarsi trasportare dalla vicenda paradossale, in cui tutto va dato per buono. Piacevole.  



Voto finale: 6.5

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